Il CHART POLSKI- traduzione Anna Nowakowska

Il Chart Polski è un cane possente e muscoloso, visibilmente più forte e meno sofisticato nelle forme degli altri levrieri a pelo corto.
L'ossatura forte, corpo compatto, muscolatura ben distinta e mascelle forti testimoniano il fatto che questo cane è stato utilizzato nel
duro clima Polacco per la caccia non solo per le lepri, volpi, cervi e otarde ma anche per i lupi.
Nell'aspetto generale del levriero Polacco gli occhi svolgono un ruolo importante: espressivi con lo sguardo vigile e penetrante.
Il Levriero Polacco è calmo, fiducioso, riservato e coraggioso. Nell'inseguimento è molto veloce, abile e tenace. Rapido in azione,
reagisce in modo assolutamente efficace.

ALTEZZA:
Altezza ottimale i garrese: femm.68-75cm; masch.70-80cm. Auspicabili sono gli esemplari più alti dello standard.
Proporzione della lunghezza del corpo ad altezza in garrese è come 102-105%. Nel CP in posizione free standing, l'altezza al garrese deve
essere uguale all'altezza delle ossa ischiatiche della groppa.


TESTA:
Forte, asciutta e lunga. La scatola del cranio deve essere piatta, stop appena accennato. Frequentemente riscontrato naso leggermente curvo, è una
caratteristica molto desiderabile.
Mascelle forti, con chiusura a forbice, accettabile anche a tenaglia.
Desiderabile occhi scuri, espressivi, abbastanza grandi, con un taglio leggermente obliquo "occhio a mandorla".

COLLO:
lungo, muscoloso, forte, la testa portata abbastanza abbastanza alta.

TRONCO:
schiena dritta, nella parte lombare leggermente arcuato.

CODA:
lunga, spessa alla base, portata bassa a riposo; la coda dovrebbe terminare formando mezza luna o un cerchio completo.

ARTI:
lunghe ben muscolose, guardando le gambe dritte d'avanti devono essere parallele.
Piedi ovali (più allungate negli arti posteriori).

PELO:
elastico al tatto, piuttosto duro ( non ruvido ma nemmeno setoso). Sul garrese il pelo è di solito più lungo, un po' più corto sui
fianchi, ancor più corto sul torace e sugli arti. Addome ricoperto di peli più sottili e più radi.
Sulla parte posteriore delle cosce e parti inferiori della coda il pelo è il più lungo, ma anche duro, crea  coulottes e spazzola.


COLORI:
ammissibili tutti i colori. Contorno degli occhi e  naso neia oppure scuri. Solo con le tinte chiare (blu o beige),possono avere
rispettivamente naso blu o beige.



Questo standard è stato approvato dal plenum del Consiglio del Kennel Club Polacco nel febbraio 1986 ed approvato l’anno seguente dalla FCI
nella riunione a Helsinki nel 1989

 
 

 

 

 

 

 

 


Quando negli negli anni settanta  un gruppo di appassionati ha deciso di intraprendere un'azione per la restituzione di razza, nelle
riviste venatorie ed agricole, sono apparsi molti articoli sul "La piaga (peste) levriera"  sui terreni della Polonia meridionale,
nelle vicinanze di Kielce, Tarnobrzeg, Czestochowa, Radom e Radomsko.
Era molto difficile però arrivare ai cani stessi. Ottenere pochi esemplari, sui quali si intendeva avviare il lavoro di allevamento
allo scopo di ricostruire la razza, richiedeva uno  sforzo grandissimo.
I primi segnali dell'esistenza di levrieri Polacchi le abbiamo ricevuti dai cinologi di Mosca. Si riferivano alla popolazione di
questa razza presente sul territorio - ancor poco tempo fa di appartenenza Polacca - di Ukraina e Podole. Dai frammenti pubblicati
allora, che provenivano  dalle corrispondenze ufficiali fra Kennel Klub Polacco e  i rappresentanti ufficiali dell'istituzione
simile in URSS, si traeva un’ unica conclusione, cioè: dopo lo spostamento delle frontiere i levrieri Polacchi rimasti nella parte
orientale del confine non sono più Polacchi - "sono la razza chortaja, nota da molto tempo". A nulla servivano polemiche e
discussioni, perché in quegli anni "non stava bene" usare l'argomento dell’ avvenuto cambio delle frontiere.
Nell'allevamento bisognava servirsi dei levrieri superstiti, provenienti dalla Polonia meridionale. Basandosi sulla letteratura ed
iconografia svilupparono il progetto dello standard di Chart Polski. Nel 1981 fu aperto il Libro d'Origine per questa razza.

Il recente passato venatorio e con esso collegata la forte selezione per quanto riguarda l'aspetto di utilità al lavoro hanno fatto del
Chart Polski un animale estremamente efficiente, percettivo, agile e nello lo stesso tempo molto resistente,  eccellente nelle gare in
pista, e soprattutto nelle corse in campo (cosi detto coursing).
Avendo pur tutti i pregi dei levrieri è anzitutto un cane equilibrato ed intelligente che si presta bene per l'addestramento. Molti
levrieri Polacchi hanno completato il corso del Cane-Guida ed  alcuni di loro hanno preso parte e partecipano tuttora con successo
agli Agiliti Show.

Il Chart Polski è molto devoto al proprio proprietario e condotto adeguatamente è un cane di "un solo padrone", un ottimo compagno in
casa e - se vi è necessità - un guardiano vigile fuori.

Nell’ anno 1989, durante il congresso FCI di Helsinki  è stata infine esaminata la proposta Polacca per il riconoscimento e
l'approvazione dello standard della razza.
Allora è la quarta razza polacca ufficialmente riconosciuta al mondo - dopo di Pastore di Tatra, Pastore Polacco delle Pianure e
Ogar(segugio).


NEL RIQUADRO:

I levrieri Polacchi sono ricercati dai Belgi, Olandesi, Norvegesi, Francesi, Americani...Nel nostro paese l'interessamento a questa razza
è scarso. Non c'è di che meravigliarsi perché, a parte esenzioni del pagamento delle razze Polacche per le esposizioni del Kennel Klub in
Polonia, non vi sono intraprese alcune azioni per divulgare la razza. Con poche eccezioni, ogni cinofilo è felice di mostrare un animale
importato dall'estero, perché l'importazione "aggiunge lustro ad allevamento". Non c'è da stupirsi che le razze Polacche (forse al di
fuori del Pastore delle Pianure) finora fanno da Cenerentola della nostra cinofilia.
 Peccato. La loro esistenza è, dopo tutto il risultato di lavoro di generazioni di Polacchi. Fa parte della nostra cultura nazionale.
Impariamo finalmente ad apprezzare e coltivare le tradizioni. All’ estero nessuno si vergogna di questo.
Nell’ Expo Internazionale a Vienna, in luglio di quest'anno, durante la presentazione dei campioni, l'annunciatore non ha mancato di
sottolineare una sola volta che il cane presentato è di razza nazionale:" E adesso Signori e Signore, vi prego di applaudire in maniera
particolarmente calorosa! Presentiamo il campione X, che è un cane della nostra razza nazionale!"

 

 

I levrieri si sono diffusi in Europa grazie alle migrazioni delle tribù Celtiche. I primi segni delle presenze dei levrieri
provengono dal IV sec.a.C.
 I Celti apprezzavano molto la caccia a cavallo coi levrieri, trattandola come una sport, e il loro ouertragoi (in trascrizione latina
- vertragus), provenienti dall'Asia,  era l'antenato della maggior parte dei levrieri europei.
Durante la loro migrazione i popoli celtici attraversarono pure i Carpazi e, in questa maniera ,vertragus si trovò sul territorio che
diventò la Polonia.
I levrieri asiatici giunsero sul nostro territorio anche a seguito delle tribù nomadi sciite (il levriero dalle sembianze di
saluki è un motivo  che capita molto spesso nell'arte sciita).
Nelle tanti fonti del XIX sec. e ancor più antiche,  troviamo dei consigli come incrociare i levrieri - quali altre razze usare per
ottenere i meticci - adatti per ogni tipo di caccia. LADOWSKI nel"La storia naturale" (1823) dichiara che i misti dei levrieri
coi cani danesi sono ottimi per prendere un lupo o la volpe, notava contemporaneamente che, innamorati della caccia, i nobili
Polacchi tenevano molti cani di questo tipo.
Quindi si può supporre che il levriero Polacco originario nel XVIII e XIX sec. fù incrociato con delle razze levriere diverse, e
basandosi su innumerevoli descrizioni si può giungere alla conclusione che anche con dei levrieri di tipo nordico a pelo ruvido - levriero Irlandese 
(Irish wolfhound) oppure deerhoud.
In Podole, un divertimento particolarmente apprezzato dalla nobiltà era la caccia nella quale lo scopo era prendere il lupo vivo. I
levrieri Polacchi erano eccellenti in questo. Di regola venivano usati tre levrieri. Nell'inseguimento del lupo liberavano due
levrieri, il terzo attendeva al guinzaglio a fianco del cavallo, lo liberavano solo  quando il lupo stremato dalla fuga si
lasciava accerchiare dai levrieri . Tre levrieri avevano come compito quello di bloccare il lupo, così il cacciatore giunto
sul cavallo, poteva bloccarli il muso e le zampe.I cavalli facenti parte in quel tipo di caccia erano addestrati in maniera
particolare, sin dalla giovane età erano abituati alla presenza di un lupo nel cortile.
Per la caccia alla lepre usavano di solito due levrieri- in questo modo era più facile  catturare l'animale che schivava i cani
cercando  di fuggire. Talvolta capitavano però i levrieri particolarmente abili, capaci di prendere una lepre da soli - questi
raggiungevano i prezzi più alti.
I levrieri inseguivano solo la preda, la uccidevano,  ma di regola non la riportavano. Questo per un cacciatore provocava un
emozione in più. Doveva inseguire i cani cavalcando per levagrli il bottino alla fine della caccia . Anche la caccia invernale alla
volpe  era molto interessante: dopo il riscaldamento i cani venivano fatti salire sulla slitta e coperti con cura per non prendere
freddo. Quando i cacciatori avvistavano la volpe nel campo la accerchiavano con la slitta stringendo sempre di più il cerchio,
quando si trovavano abbastanza vicino, lasciavano andare il levriero dalla slitta all'inseguimento.
Un fatto curioso poco conosciuto , era l'uso del levriero per la caccia all'otarda.ZOFIA KOSSAK("l'Eredità") descrive così la caccia
del XIX sec.a Podole. La cattura si svolgeva in autunno la mattina molto presto, quando le ali di questi uccelli pesanti erano
ancora umide e imbrinate. Le otarde impaurite scappavano dunque "a piedi" e questo era l'unico momento adeguato per i levrieri. Dopo
la breve corsa, a causa della fuga, le ali di questi uccelli si asciugavano e le otarde potevano prendere il volo.
La caratteristica dei Charty Polskie di un tempo - e questo gli è rimasto al giorno d'oggi - era l' obbedienza e  la disciplina.
Spesso cacciavano con loro come coi cosiddetti charty przystrzemienne ( przystrzemienny -quello che era affiancato al legamento della sella) vuol dire tale
cane che andava  affiancando il cavallo, e inseguiva solo al comando.
L'addestrameno del levriero fu una grande arte.Essi dovevano partire all'inseguimento quando veniva dato il comando, e tornare dal
cavaliere al segnale del corno.I levrieri giovani venivano addestrati a fianco a quelli più anziani con più esperienza.
I levrieri meno obbedienti venivano condotti al guinzaglio- era un lungo laccio in cuoio con un cprpio  alla fine, il quale veniva
indossato dal cacciatore a tracolla.Il lungo laccio passava attraverso entrambi i collari dei levrieri,l ‘altra fine del laccio
veniva tenuto dal cavaliere insieme con le redini. Quando voleva far partire i cani, lanciava per terra l'estremità
del guinzaglio , e i cani partendo per l' inseguimento si liberavano da soli.
Nel gergo venatorio una coppia di levrieri veniva chiamata "GUINZAGLIO". Due o tre cani di un GUINZAGLIO convivevano assieme anche
nel kennel.Erano sempre scelti con cura sotto l' aspetto caratteriale, le capacità  fisiche e le proprie simpatie. IL GUINZAGLIO doveva
vivere in assoluta armonia, i levrieri dovevano piacersi e comprendersi così potevano collaborare in campo.
Di solito per la caccia usavano due levrieri, il terzo rimaneva a casa o - come nella caccia al lupo - era riservato come risorsa
per l attacco finale.
Evitavano di far convivere i cani di diversi GUINZAGLI se non erano da prima preparate a ciò, perché di solito questo non dava dei
buoni risultati durante la caccia. Se uno dei levrieri non era disponibile pure il suo compagno non partecipava alla caccia. Come
descrive il conte Ostroròg, ogni GUINZAGLIO aveva il suo aizzante,dal quali i levrieri  tornavano  al suo specifico segnale  acustico.
Nelle cacce più grandi erano capaci di partecipare anche venti GUINZAGLI ...
Nei canili del sig. Konrad Niemojewski a Oleszno Kieleckie ogni coppia o tris dei levrieri aveva il proprio box allestito con un
divanetto per dormire e un recipiente per mangiare. Durante la caccia osservavano la regola che un levriero non veniva aizzato più
di 2-3 volte durante la giornata. Al ritorno dalla caccia ispezionavano con precisione le zampe dei cani e all' occorrenza medicavano
anche le ferite più piccole, di seguito massaggiavano i cani con l' acqua ed alcool bianco, che eccellentemente accelerava la
rigenerazione dei muscoli . Dopo una giornata pesante i cani avevano 24 ore di riposo.

 

 

Dwumiesiecznik   „Pies”nr. 1-2 (123-124) 1973r.  wydany przez Polski Zwiazek Kynologiczy

 

Polemiki i dyskusje  

 

O CHARTACH POLSKICH

 

 

Bimensile „CANE” num. 1-2 (123-124) anno 1973, publicato da ente cinologico Polacco  

 

Discussioni e polemiche 

 

SUI LEVRIERI POLACCHI

 

 

      La più antica notizia sul levriero Polacco nella letteratura cinologica Polacca, è apparsa nell’opera di Jan Ostroròg „Arte venatoria con i segugi” pubblicata nel anno 1618 a Cracovia, ma scritta vent’anni prima come si può intuire dalla prefazione.  Vi leggiamo;

„ Se un levriero non vuole tornare da colui che lo aizza , questo dovrebbe suonare il corno , perche nella caccia dovrebbe essere così che ogni persona che aizza deve avere i propri levrieri  e loro devono tornare subito al suono del corno del suo cacciatore . I levrieri devono tornare presto e per questo ogni cacciatore deve aizzare solo i propri cani; è meglio che ne ha tre ma con due va a caccia. Se il cacciatore non ha levrieri dello sperone, deve prendere  levrieri che li si libera dalla corda ” La citazione della pubblicazione di Cracovia del 1859 scrive: „ i così detti levrieri dello sperone sono i cani addestrati in modo da andare liberi accanto al cavallo e attaccare soltanto al comando del cavaliere”.  

Nel anno 1549, nel libro di Piotr Krescentyn  „Libro su podere” appare una xilografia di un cane al galoppo molto simile ad un levriero.

IL  dizionario di prof. Kazimierz Nitsch indica  l’uso di parole „levriero”, „levriera” e altre sue forme (in tutto 19 volte) nei manoscritti del XIV e XV secolo – il piu vecchio nel 1382. La letteratura del XVII e XVIII secolo  non ha lasciato però nessuna descrizione dettagliata della razza così popolare in quei tempi. Soltanto a inizio del XIX secolo nel giornale „Sylwan” uscì grande monografia cinologica attribuita a Wiktor Kozlowski. La sua seconda parte intitolata „Sui cani da caccia, in particolare sul levriero”del 1823, in  gran parte è dedicata proprio al levriero Polacco. L’autore descrive la storia dei levrieri, le razze e riporta la descrizione dettagliata del levriero Polacco con tanto di disegno. Descrive anche come allevarli, addestrarli  e i modi di cacciare con essi. Contraddistingue levrieri Turchi, Egiziani, Italiani, Scozzesi e popolari cioè Polacchi. L’unica esistente, molto dettagliata descrizione di corporatura del levriero polacco dell’anno 1823 merita una citazione:

„ I levrieri Turchi, molto rari nel nostro paese sono meno coraggiosi, meno tenaci e anche meno fedeli. Sono simili ai nostri per quanto riguarda la grandezza e la forma; ma hanno la testa molto più corta, sono quasi in tutto nudi, raramente abbaiano e hanno la voce debole, la loro pelle è grassa e  maleodorante. I levrieri Italiani sono più slanciati, hanno il pelo corto e liscio. Le differenze tra il levriero Scozzese e Polacco  sono poche. Quest’ultimo è più lungo del levriero turco, ha la coda più ricurva, le orecchie abbastanza corte e a metà pendenti, è più grosso e sembra che abbia più forza e coraggio, è  tenace e resistente nella corsa e  il suo manto è più spesso e più lungo, perciò non teme i cambiamenti climatici.”

„...Se si vuole avere buoni giovani levrieri, li si deve prendere da  una buona cucciolata, cioè dove i genitori hanno tutte le qualità della razza.  Le qualità sono innate e dipendono più dalla nascità che dall’addestramento. I buoni levrieri devono avere la vista acuta, devono esprimere la potenza e la rapidità nella corsa ed essere abili nella cattura dell’animale. Queste tre regole sono le doti indispensabili che dipendono in parte dalla struttura del corpo. Il levriero fisicamente ben struttrato  è alto 3 piedi  e 6 pollici dall’unghia alla punta della testa, deve essere  lungo 4 piedi e 2-3 pollici dalla punta del muso alla punta della coda, ha la testa  piccola con il solco frontale piatto, la parte posteriore della testa è pronunciata, il muso è lungo e un poco curvo nella prima parte, ma non appuntito, deve essere  come quello di un luccio; con la grande apertura, i denti forti e appuntiti che assicurano la presa perfetta, gli occhi sono allegri, guardano avanti e si chiudono raramente,leorecchie sono strette, corte e a metà pendenti, il corpo è lungo, slanciato e compatto, con un petto grande, il collo lungo, il dorso largo e un poco gobbo e i fianchi  incavati. Le gambe sono lunghe, muscolose e piatte, le cosce corte, le spalle piatte, le ginocchia  asciutte  e nervose, i metacarpi corti con  cuscinetti duri che si trovano sotto le dita grandi, non divise, fini e aventi unghie ricurve.  La coda è lunga e man mano si stringe verso la punta è curvata in sù. Il manto è di tanti colori; fulvo  con la gola bianca, totalmente bianco o nero, pezzato, bruno. Esistono dei levieri Polacchi  molto più grandi o più piccoli dalla misura descritta prima. Paragonando con altre razze l’olfatto del levriero è debole, ciò  sicuramente è la causa di poca fedeltà  verso l’uomo. I levrieri non mostrano grande  attitudine all’apprendimento, ma  non sono queste le qualità richieste dalla razza. La fattrice e il maschio dovrebbero avere queste doti: la femmina non dovrebbe essere nè giovane nè vecchia e avere 4 anni per fare i cuccioli , meglio in primavera.”

  Nei quadri di pittori realisti che certamente hanno visto questi cani , si possono identificare i levrieri Polacchi.  Nel quadri di Juliusz Kossak „La

caccia alla lepre” e „Il cavallo e il cane”, di Jòzef Brandt „Sulla postazione”, di Alfred Wierusz-Kowalski  „L’agguato”.

Nel XIX secolo  i levriei polacchi cominciarono a sparire in Polonia e alla fine dello stesso secolo si sono praticamente estinti.  Alcuni esemplari però sono stati deportati dopo le rivoluzioni e  sopravvissero in Russia dove li chiamavano „chortaja borzaja” o „polskaja borzaja”.  S. Blezobrazov nel 1891 ha pubblicato l’articolo „Borzyje sobaki” nella Grande Enciclopedia Russa pubblicata a Petersburgo tra  XIX e XX secolo. Scrive che „chortyje borzyje” venivano allevati nella vecchia Polonia dove però sono quasi completamente spariti. Descrivendo i levrieri Moldavi, l’autore ipotizza che essi „probabilmente provengono da un incrocio di levrieri Polacchi con levrieri della Crimea”.

Stanislaw Rewienski nella Enciclopedia Agraria (Varsavia, 1899) cerca di spiegare le cause dell’estinzione dei levrieri polacchi in Polonia:

„In Europa settentrionale a causa del frazionamento delle proprietà terriere, la caccia con i levrieri non aveva le possibilità di resistere. Questo tipo di caccia richiedeva grandi spazi liberi e il frazionamento ha apportato nuove norme giuridiche che tutelavano i diritti di ogni singolo proprietario terriero. Il progredimento culturale ha apportato condizioni sfavorevoli per la detenzione dei levrieri; la tassa sulla detenzione dei levrieri (15 rubli per ogni cane) e la condizione economica della Polonia. Oggi, quindi, i levrieri  li dobbiamo cercare in Romania, Ungheria, Bessarabia, Crimea e in tutta Russia centrale e meridionale...”

Lo stesso autore nel libro „Il cane, le sue razze, allevamento, detenzione, utilità, addestramento, malattie e le cure” (Varsavia, 1893) confema che „... i levrieri Russi a pelo raso chiamati ”chortyje borzyje” o „Polacchi” non si differenziavano dai nostri antichi levrieri.” Nell’ enciclopedia di Olgelbrandt (1898) troviamo la frase : „Levieri a pelo raso in Russia, si chiamano „levrieri Polacchi””. Nei due più importanti libri sui cani del periodo tra la prima e seconda guerra mondiale troviamo cenni sui levrieri Polacchi. M.Trybulski nel libro „ I cani, le razze, l’addestramento e le cure” (Varsavia, 1928) scrive :

„ I levriei Polacchi a pelo corto, conosciuti una volta dalle loro qualità venatorie, oggi fanno parte di grandi rarità. Provenivano come i levrieri Inglesi,  dall’ oriente ed erano diffusi nel Podole e Wolyn. Anche in Russia apprezzavano questi cani chiamati „chortyje borzyje.” „... In Russia, come ho scritto sopra, con il nome „levriero Polacco” chiamavano il levriero a pelo corto.”

I.Mann nel libro „ Le razze di cani, storia, standard, utilità” (Varsavia, 1939) comunica che „La Polonia avendo tante persone che con la caccia si dilettano, non è rimasta in dietro nell’allevamento di razze da caccia e possedeva stupendi esemplari di levriero Polacco, usati nella caccia alla lepre o forse anche al lupo. Il levriero Polacco, come possiamo dedurre da numerosi quadri e incisioni, come tipo si può collocare tra  il levriero Russo a pelo lungo borzoi e il greyhound Inglese.”

Dopo la seconda guerra mondiale nella letteratura Polacca non esiste nessun cenno sul levriero Polacco.

Nel 1960 E. Schneider-Leier ha dato una corta descrizione di levriero Polacco („Die hunde der Welt”, Zuirich) chiamandolo „chortaj” (levriero della steppa della Russia europea).

 Nella mia permanenza a Mosca nel dicembre 1971, ho saputo per la prima volta dell’esistenza dei levrieri Polacchi e della loro sopravvivenza fino ad oggi nei pressi di Rostow sul fiume Don. Queste informazioni le ho avute dai cinologi Russi, i quali visitavano questi luoghi per le prove di caccia con i loro borzoi. Da loro ho avuto svariate fotografie fatte nel 1970 nella zona di Rostow rapresentanti quei cani. Ho avuto anche della  letteratura russa, in particolare „ Il libro di origine delle razze da caccia” edito a Mosca nel 1969 contenente dettagliati standard in vigore in Unione Sovietica. Sulla base di informazioni allora ottenute  e delle notizie dalla sig. Natalia Michajlowna-Kapryszewa- giudice cinologico di Mosca (ha visitato la Polonia in giugno 1972), si può constatare che:

 Nella seconda metà del XIX secolo, i levrieri Polacchi sono arrivati nella zona di Rostow a causa di repressioni ed espropriazioni forzate adottate dal governo zarista dopo la Rivolta di Gennaio. All’inizio erano tenuti nei possedimenti terrieri e dopo la Rivoluzione d’Ottobre nei „kolchoz”(aziende agricole statali) dai contadini. La forte selezione da loro utilizzata  ha mantenuto la razza pura. Ogni cane inadatto all’iseguimento veniva e lo è ancora, ucciso. Ai proprietari di questi cani importa solo l’attitudine alla caccia alla lepre. Per questo motivo proteggono le loro femmine dagli accoppiamenti casuali e cucciolate indesiderate. Per la riproduzione scelgono solo i maschi adatti che cacciano bene. I contadini hanno osservato che ogni tentativo di incrocio con altre razze, peggiora l’utilità.

 Malgrado l’esistenza in Unione Sovietica dello standard di razza e il libro di origini in Russia (US) per i levieri Polacchi, pochissimi cani hanno la genealogia completa. Ai proprietari-cacciatori il pedigree non serve. Loro importa solamente la detenzione del cane – ottimo cacciatore. La situazione è analoga con la nostra razza di pastore di Tatra, nella quale non ci sono quasi i cani con la genealogia completa, nonostante l’esistenza di libri di origine da decenni.

L’esistenza del levrieri Polacchi in Unione Sovietica è in pericolo. Non avendo amatori in città vengono tenuti soltanto dalla gente semplice a scopo di cacciare le lepri. La nuova legge venatoria, già elaborata e tra poco in vigore (probabilmente dal 1973), vieta la caccia con i levrieri. Quando diventerà valida i levrieri non avranno modo di esistere, non serviranno più e probabilmente saranno eliminati.

La popolazione di levrieri Polacchi in Unione Sovietica, secondo certi cinologi è di alcune decine, secondo gli altri di alcune centinaia di esemplari. La  maggioranza di essi si trova nella zona di Rostow altri si possono incontrare nelle zone di  Tambow e Staratow. Sono tenuti come animali da cortile e usati nella caccia. Vengono alimentati con pane e acqua, e occasionalmente con interiora dei lepri cacciati, quindi come in Polonia secoli fa. Ecco che scrivono sull’alimentazione del levriero nell’anno 1823 nel periodico „Sylwan” già citato:

„...i levrieri dovrebbero essere non solo forti ma anche veloci e abili nella corsa, per questo non devono essere nè grassi nè pesanti, quindi non li si deve alimentare troppo. Con il cotto d’avena diventerebbero gonfi e con la carne pesanti e grassi, quindi meglio dare il pane con il brodo di gambe di pecora, e la sera pane secco con acqua fresca. Per un pasto di un levriero si da mezzo funt di pane e tre funt di gambe di pecora che devono essere pulite, tagliate e cotte a colla. Alla sera solo 2/3 funt di pane secco. Gli altri alimentano il leviero una sola volta con il brodo di gambe di pecora e pane a volontà.”

Piccole note su l’esistenza del levriero Polacco ho messo nel settimanale „Przekròj” (num. 1425del 30 luglio1972 e num. 1432 del 17 settembre 1972). Rivolgendomi ai lettori, facevo appello per importare in Polonia  i levrieri rimasti. Mi risposero più di 50 persone che volevano allevare questa razza. Alcuni di loro vogliono andare nei pressi di Rostow per prendere i cani. Gli altri dispongono di condizioni ottimali; fanno equitazione e lavorano nei PGR (aziende agricole statali polacche) per iniziare l’allevamento.

Il levriero Polacco forse sarà ricostruito e ufficialmente diverrà la quarta razza Polacca.

Alla fine vale la pena di elencare qualche basilare differenza di costruzione tra i levrieri Polacchi, i greyhound e i borzoi. I levrieri Polacchi sono piu alti dei greyhound, specialmente le femmine e un poco piu bassi dei borzoi; la proporzione tra lunghezza e altezza è di 103:100 nei maschi, e 105:100 nelle femmine, I greyhound hanno la lunghezza pari all’altezza, invece nei borzoi la lunghezza è maggiore. Il dorso e la sua parte lombare è leggermente arcuata, nei borzoi l’arcatura è più pronunciata, nei greyhound il dorso è piu piatto ma la parte lombare più arcuata. Il metacarpo è obliguo, i greyhoud e i borzoi lo anno quasi verticale.  Il pelo dei greyhound è delicato e ben aderisce al corpo, è lungo meno di 1 cm; il pelo del levriero polacco è elastico, dritto, lungo 2,5 cm su dorso, sulla parte posteriore delle cosce e anche sulla parte sotto la coda, lì può formare delle frangie non folte. Il bozoi ha il pelo morbido, lanoso e ondulato,  lungo circa 10cm.

                                                                           Doc.Dr.hab.

                                                                                            M.Mroczkowski

 

 

Bimensile „CANE” num. 1-2 (123-124) anno 1973, pubblicato da ente cinologica polacca  

 

Discussioni e polemiche

 

“Salviamo i levrieri Polacchi !”

 

 

    Sfogliando i vecchi libri cinologici o venatori Polacchi e stranieri (perfino nello svizzero periodico sui levrieri) ho trovato i piccoli cenni sull’esistenza di levrieri Polacchi in Ucraina. Pensavo però che fosse come con lo yeti – tutti né parlano ma nessuno l’ha visto.

Mi sono rallegrato leggendo la notizia del doc. Mroczkowski nel periodico “Przekròj” sulla scoperta dell’esistenza dei levrieri Polacchi vivi e funzionanti in Ucraina. La mia gioia è stata  subito spenta dall’informazione che  la sopravvivenza del levriero Polacco è minacciata.

Una parte dei tesori culturali nazionali non sono soltanto antichità della letteratura, dell’arte o dell’architettura, ma anche della natura. L’ente cinologico ha dovere di   interessarsi a questa razza quasi estinta. Approfittando dell’occasione presentataci da sig.doc. Moczkowski  dovremmo acquistare in Ucraina un numeroso gruppo  di femmine ed alcuni maschi. Si dovrebbero scegliere gli esemplari più simili alla descrizione del levriero Polacco nel  “Sylwan” e ovviamente in età riproduttiva. Una volta in Polonia si dovrebbe inscriverli al libro genealogico(KW) e tenere il controllo sull’allevamento. Dopo due generazioni e dopo aver controllato gli esemplari nati in Polonia si potrebbe elaborare lo standard attuale, tenendo conto dello “standard di Sylwan” e presentarlo poi alla FCI.

A parte questo, si chiede a tutti lettori di venire in aiuto al club del levriero Polacco formatosi ora,  con degli eventuali documenti o altri materiali sul levriero Polacco. Sicuramente negli angoli di case vecchie potrebbero trovarsi delle incisioni, degli schizzi, delle note o altri documenti sulla razza.

Nei magazzini dei musei  potrebbero trovarsi dei disegni o dei dipinti con scarso valore artistico e che non fanno parte di oggetti esposti, che però potrebbero avere gran valore nella ricostruzione della razza e dello standard. Si prega  di informare su tali ritrovamenti il club degli amatori di levriero Polacco. L’appello è diretto non soltanto dagli appassionati della razza ma anche a tutti coloro che non sono indifferenti ai simboli d’antica cultura Polacca.

 Salviamo questi stupendi cani che sono prossimi all’estinzione.

 

                                                                                                                                  L.Smyczynski

 

Dalla redazione:

 

Con la pubblicazione dell’articolo di doc.dr.hab. Maciej Mroczkowski come una curiosità cinologica, vogliamo smentire l’esistenza dei levrieri di razza polacca in Unione Sovietica. L’autore  riporta questa notizia secondo noi non attendibile e che non merita facili entusiasmi. Allo scopo dell’ imparziale accoglimento della questione completiamo l’informazioni di doc.Mroczkowski con citazioni dei classici della cinologia russa come per es. L.Sabaniejew, e contemporanei E.Szeresziewski, A.Platonow, e anche con informazioni di nostri cinologi che vedevano questi levrieri prima della prima guerra mondiale in Ucraina e in Polonia una qindicina d’anni fa.

I levrieri allevati una volta in Polonia provengono dai levrieri inglesi e dai levrieri russi. Dopo importazione dei levrieri britannici chiamati greyhound, in Polonia, questi sono stati incrociati con i levrieri russi esistenti allora in vari tipi differenti per la lunghezza di pelo. In questo modo probabilmente già nel XV secolo o prima, si è formato il tipo di levriero a pelo corto molto simile al greyhound ma con il pelo diverso.  Il manto del levriero polacco era corto e liscio, come nel greyhound ma in inverno compariva il sottopelo lanoso. Oltre questo nostro levriero aveva  i peli più lunghi sulla parte posteriore delle cosce e sulla parte sottostante della coda, dove si formavano delle frange a spazzola. La forma della coda era differente. I nostri levrieri avevano la coda incurvata come un amo oppure un anello. Questo tipo di coda sicuramente è stato ereditato dal levriero della Crimea che aveva il suo ruolo, insieme al levriero russo, nella nascita della razza Polacca. Il levriero della Crimea non esiste più e ugualmente al levriero Polacco, è passato alla storia. Invece in Russia, da alcuni tipi di levrieri russi a pelo lungo, hanno creato un’autoctona razza chiamata  ruskaja psowaja borzaja che è sopravvissuta ai nostri tempi.

I levrieri Polacchi per la loro resistenza nella corsa, erano particolarmente adatti alla caccia sulle vaste steppe del’Ucraina. I levrieri Russi, invece, erano più adatti alle caccia su corte distanze, negli spazi più ristretti delle zone della sfera di steppa boschiva. I nostri levrieri per via di questo, avevano tanti amatori – proprietari terrieri della Russia meridionale. Sono divenuti la razza molto popolare chiamata “chortaja borzaja”. L’aggettivo “chortaja” doveva dimostrare la provenienza Polacca della razza, perché la parola Polacca “chart” vale a dire “chort” in ucraino. Con tempo questo nomeveniva  messo a tutti levrieri a pelo corto per i quali hanno elaborato lo standard . Oggi nella Unione Sovietica il nome “chortaja borzaja” indica il levriero a pelo corto senza rendere conto delle origini storiche.

I nostri levrieri sono comparsi sulle steppe dell’Ucraina già nel XVI o XVII secolo con le spedizioni  di cavalieri Polacchi. Dopo venivano tenuti nei possedimenti terrieri Polacchi e Russi in Ucraina. Nella seconda metà del XIX secolo, per causa di cambiamenti socio-economici della Polonia la caccia con i levrieri e loro allevamento cominciarono a sparire e con ciò la razza di levriero Polacco era condannata all’estinzione nel nostro paese. Gli ufficiali cosacchi impiegati nel debellare la Rivolta di Gennaio hanno esportato tanti cani di questa razza. Tra XIX e XX secolo in Polonia  sono rimasti pochissimi levrieri tenuti in alcuni poderi. La situazione dei levrieri prima della prima Guerra mondiale nelle terre Polacche e in vicina Ucraina, si presentava allo stesso modo.

Dopo la Rivoluzione D’Ottobre gli allevamenti di cani delle tenute hanno cambiato i proprietari. La popolazione della zona intorno al fiume Don approfittando di assenza di leggi sulla caccia, ha sviluppato l’allevamento dei levrieri, non curando la purezza della razza. La prova di ciò sono nuove tipologie di levriero sorte allora in Ucraina in modo spontaneo; per es. levriero della steppa, o il levriero a pelo lungo della Russia centrale.  Ammettendo che nonostante l’ assenza di libri di origine, i levrieri a pelo corto tenuti nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale nei pressi del fiume Don , hanno mantenuto il sangue dei levrieri Polacchi, è improbabile che essi siano sopravvissuti alla seconda guerra mondiale. Conosciamo bene il modo hitleriano particolarmente crudele, della  ritirata con la tattica di “terra bruciata”. I Tedeschi sulle terre Russe da loro conquistate, uccidevano tutti cani per paura diun loro utilizzo contro i carri armati dai soldati Russi. Potevano sopravvivere in queste condizioni i levrieri cosi numerosi da permettere la ricostruzione della razza e l’inizio  dell’allevamento? Pensiamo che ancheun amante delle razze Polacche non particolarmente esperto nell’allevamento, non crederà a tutto ciò.

Non tutti invece sanno che nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale, in alcuni possedimenti terrieri si tenevano ancora i levrieri. La legge venatoria ammetteva la caccia con essi nelle zone venatorie al di sopra di 2000 ettari. Uno degli appassionati di questa razza era  Konrad Niemojewski della zona di Kielce. I suoi levrieri sono sopravvissuti alla guerra e dopo si sono trovati nelle mani di bracconieri, quali hanno sviluppatoil  loro allevamento nello scopo di caccia  illegale. Il numero di cani cresceva velocemente e già nei anni ’60 si sono raggiunte  alcune centinaia di esemplari. I cuccioli nonostante il loro alto prezzo, venivano venduti ai bracconieri non solo nella zona di Kielce ma anche altrove. Questi levrieri sono diventati il flagello delle lepri, facendo enormi danni nella fauna della zona sud di voivodato di Kielce. Gli allevamenti di questi levrieri sono stati eliminati nei anni ’60 con l’ ausilio della legge del 1952 sulla proibizione della caccia con i levrieri.

Sorgono quindi spontaneamente  delle domande; perché importare dalla zona di fiume Don i levrieri con scarso valore cinotecnico, se avevamo dei nostri più di razza e poi siamo stati costretti ad eliminarli? Quali logici presupposti  sono a favore di iniziare da noi l’allevamento di levrieri se la legge venatoria in vigore vieta la caccia con essi? A che cosa servirebbe e che fine farebbe l’allevamento di questi cani in città senza possibilità di moto, cosi importante per il loro organismo?

La razza in poco tempo sarebbe degenerata e dovrebbe estinguersi per un'altra volta.

                                                                                                                     (E.F.)

 

Dal redattore:

Art.25 legge del 23.06.1973 stabilisce: “La detenzione e allevamento dei levrieri di razza o loro incroci, sui terreni agricoli, esige il permesso di sindaco e nelle città il permesso del organo proprio in questioni venatorie e forestali”. La legge è vigente in giorno 01.08.1973.